The Jungle

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800 square meters dominated by different shades of black and yellow…
A world, more than a space, in which you move absorbed, in paths that wind among metal machines whose arms, when you see them for the first time, give the impression of wanting to capture you and never release you. In a corner, threatening in the half-light, an enormous gorilla seems to be waiting for your arrival. On the opposite side, high above the space dedicated to what you should do if you meet them free in the savannah – run! – a lion and a lioness look bored at the hustle and bustle below.
All around tools that seem to give off energy and, in an order that implies your abilities, weights.
From 1 to 50 kg, you look at them and wonder if you will ever be able to move them, not use them. At first you are almost intimidated by all this, then you realize that the looks you meet all glitter with a fund of satisfaction that goes far beyond the grimace painted on your face while you reach, and overcome, the apparent limit of your body.


Then you understand that this is the jungle and that the people you see, who are fighting with themselves, with their energies to be better, are part of it and that here you meet to improve, alone but never alone. It is a gym, but not only. It is a habitat in which people move, apparently distant from each other but united by a basic desire: to feel good. With and through their bodies.
Wellness – the union of the English terms well being and fitness that describes the well-being and overall psychophysical balance attainable through the close correlation between mind and body – is perhaps the most effective word to express the motivations that bind people belonging to very different realities (economic, cultural, age, social) and lead them to form a group, to establish harmonious relationships that follow, intertwine and transcend the familiar ones.
People look for their own wellness in the weight room in different ways and they do it starting from different motivations: some because they look for a symmetry between their body and that of their model and guide; others because they feel that their self-confidence corresponds to the shaping of their muscles. Many, on the other hand, free their minds, letting the endorphins released by the brain take over the stress and the daily tiredness.

All of them, however, chase that desire to feel good, personally and with others, which leaves you a hard workout – along with muscles invaded by lactic acid – inside thoughts and feelings.
But it is in this specific place, in this particular gym, that the concept of union and sharing is most noticeable: in the microcosm of The Jungle Fitness you can perceive a particular affinity between the environment and the people who populate it: as in all places truly experienced, one permeates the other and vice versa.

The jungle as a metaphor for the gymnasium of life, where one learns to survive as an individual and as a group, where one meets people, families, who also seek harmony of feelings and sharing, of difficulties and solutions. The relationships woven here transcend the usual social barriers with ease and even close family ties open up to include others.
A group that at first glance may seem to be made up of individuals but which relates as a “clan”, a “tribe” driven by the same underground motivation.
After all, if you think about it… what better place than the jungle, where you try to survive everything, could represent the challenge to which you subject yourself, your body, every time you enter it? And what better name could this space, full of apparently hostile machinery, weights, references to wild places, have than this world, with lions and lionesses looking down on you with curious eyes, eager to know how you will win, whether you will succeed alone or together with others? If that search for your personal harmony, which you pursue with effort, pride, strength, will lead you to a result?

We are all human beings and animals at the same time. We live in a jungle every day but we have chosen this one, we have found ourselves and integrated into a place that we feel is ours.
And here we hone our ability to live in harmony with the rest of the world.

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800 metri quadrati dove a dominare sono le diverse tonalità di nero e di giallo.

Un mondo, più che uno spazio, in cui ci si muove assorti, in sentieri che si snodano tra macchinari di metallo le cui braccia, quando le vedi per la prima volta, danno l’impressione di volerti catturare per non rilasciarti più. In un angolo, minaccioso nella penombra, un enorme gorilla sembra aspettare solo il tuo arrivo.
Dalla parte opposta, in alto, sopra lo spazio dedicato a ciò che dovresti fare se li incontri liberi nella savana – correre! – un leone e una leonessa guardano annoiati l’affannarsi sottostante.

Tutt’intorno attrezzi che sembrano sprigionare energia e, in un ordine che sottintende le tue capacità, pesi. Da 1 a 50 kg, che li guardi, questi ultimi, e ti chiedi se mai riuscirai a spostarli, non a usarli. In un primo momento sei quasi intimorito da tutto ciò, poi ti accorgi che gli sguardi che incontri luccicano tutti di un fondo di soddisfazione che va ben oltre la smorfia dipinta sul volto mentre viene raggiunto, e superato, l’apparente limite del proprio fisico.
Allora comprendi che questa è la giungla e che le persone che vedi, che combattono con sé stessi, con le proprie energie per essere migliori, ne fanno parte e che qui ci si incontra per migliorare, da soli ma mai soli. È una palestra, ma non soltanto. È un habitat, in cui si muovono persone apparentemente lontane ma accumunate da un desiderio di fondo: sentirsi bene. Con, e attraverso, il loro corpo.

Wellness – l’unione dei termini inglesi well being e fitness che descrive il benessere e l’equilibrio psicofisico globale raggiungibile attraverso la stretta correlazione tra mente e corpo – è forse la parola più efficace a esprimere le motivazioni che legano persone appartenenti a realtà estremamente differenti (economiche, culturali, anagrafiche, sociali) e le portano a fare gruppo, a costituire relazioni armoniche che ricalcano, si intrecciano e trascendono quelle familiari.
Si cerca il proprio wellness in sala pesi in diverse maniere e lo si fa partendo da motivazioni differenti: alcuni perché cercano una simmetria tra il proprio corpo e quello di chi gli è modello e guida; altri in quanto sentono corrispondere la sicurezza in sé stessi al modellarsi dei muscoli. In tanti invece liberano la mente lasciando che siano le endorfine rilasciate dal cervello a impadronirsi dello stress e delle stanchezze quotidiane.

Tutti però inseguono quella voglia di stare bene, personalmente e con gli altri, che ti lascia un duro allenamento – insieme ai muscoli invasi dall’acido lattico – dentro pensieri e sentimenti.
Ma è in questo specifico luogo, in questa particolare palestra che maggiormente si avverte il concetto di unione e condivisione: nel microcosmo di The Jungle Fitness si percepisce una particolare affinità tra l’ambiente e le persone che lo popolano: come in tutti i luoghi davvero vissuti l’uno permea le altre e viceversa.
La giungla come metafora di palestra di vita, dove si impara a sopravvivere come singoli e come gruppo, dove si incontrano persone, famiglie, che cercano armonia anche di sentimenti e condivisione, di difficoltà e soluzioni. I rapporti che qui si intrecciano travalicano le consuete barriere sociali con facilità e anche gli stretti legami familiari si aprono a includere gli altri. Un gruppo che a prima vista può sembrare composto da singoli ma che si relaziona come un “clan”, una “tribù” spinta dalla stessa sotterranea motivazione.

In fondo, a pensarci… quale luogo migliore della giungla, dove si cerca di sopravvivere a tutto, poteva rappresentare la sfida a cui sottoponi te stesso, il tuo corpo, ogni volta che vi entri? E questo spazio, pieno di macchinari a prima vista apparentemente ostili, pesi, riferimenti a luoghi selvaggi, quale nome migliore poteva avere questo mondo, con leoni, leonesse che ti guardano dall’alto con occhi curiosi e bramosi di sapere come riuscirai a vincere, se ce la farai da solo o insieme agli altri? Se quel cercare la tua armonia personale, che insegui con fatica, orgoglio, forza ti porta a un risultato?

Siamo tutti esseri umani e al contempo animali. Viviamo in una giungla ogni giorno ma questa l’abbiamo scelta, ci siamo trovati e integrati in un luogo che sentiamo nostro.
E qui affiniamo la nostra capacità di vivere in armonia col resto del mondo.

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